Incontro del 22 ottobre 2013

Abbiamo letto il primo capitolo del Vangelo di Giovanni (Giovanni 1, 1-51).

Padre Giorgio ci ha ricordato quali sono le prime parole pronunciate da Gesù secondo i testi dei quattro vangeli:
Matteo: "Lascia fare per ora..."
Marco: "Il tempo è compiuto. Convertitevi"
Luca: "Perché mi cercavate?"
Giovanni: "Che cercate ?"
I personaggi nel vangelo di Giovanni sono costruiti in modo da annunciare un contenuto teologico.
Per la modalità che abbiamo scelto nella nostra lettura quello che importa è il richiamo all'esperienza di vita cristiana a cui i personaggi ci invitano. Per Giovanni non si tratta di una cronaca, ma un rivedere le cose dopo l'esperienza del seguire Gesù.
La fiducia in generale oggi scarseggia, perciò stupisce la fiducia con cui i primi discepoli accettano di seguire Gesù.

La loro adesione pronta è aderire a una persona che ti chiama a fare un cammino. Non può essere frutto solo della mente umana, ma viene da Dio.
Gli atti di fiducia sono necessari in tutta la vita dell'uomo.

È stato evidenziato il "contrasto" tra la prima parte del capitolo (il prologo), contrassegnata da una visione complessiva della storia della salvezza espressa con grande solennità, e il racconto di gesti e incontri quotidiani attraverso cui Gesù chiama i discepoli. Sembra che Giovanni voglia mettere in evidenza come la salvezza ( "Il Verbo si è fatto carne ...") debba passare attraverso gesti quotidiani e incontri significativi con le persone. Il "farsi carne" del Verbo avviene attraverso la nostra storia concreta.

Ci stupisce la adesione immediata dei discepoli a seguire il Messia indicato da Giovanni Battista.
È difficile accettare che la Verità non sfondi ("venne nella sua casa e i suoi non lo hanno accolto...") ma resti affidata ad un piccolo gruppo.

Incontrare Cristo è anche per noi una esperienza sconvogente? Siamo capaci di comunicarla ad altri?