Incontro del 5 novembre 2013

Abbiamo letto il secondo capitolo del Vangelo di Giovanni (Giovanni 2, 1-25)

- La domanda iniziale di Gesù:"Che cercate?". L'uomo cerca qualcosa di grande e definitivo e la risposta dei discepoli è la decisione di seguirlo. Può succedere però che noi in fin dei conti cerchiamo noi stessi anziché lui o meglio cerchiamo un Cristo a nostra misura. Cosa cerchiamo davvero? Se cerco lui devo accettarlo così com'è, ma a volte invece, se bussa alla nostra porta lo cacciamo via.

- Il racconto delle nozze di Cana può apparire banale ad una lettura superficiale.
Ci siamo soffermati su alcuni punti: "Fate quello che vi dirà" . Il dialogo con Maria sembra un dialogo tra sordi, ma Maria ottiene quello che chiede. Anche se Gesù sembra rifiutarsi di intervenire, in realtà Maria va avanti lo stesso: nella fede, Maria sa che qualunque sia l'intervento di di fatto di Gesù nella vicenda, qualcosa di grande succederà.
Quante parole sciupiamo con i nostri discorsi e anche con le nostre preghiere! Nella preghiera non sappiamo cosa aspettarci, ma dobbiamo affidarci a Lui.

- "Quando fu resuscitato dai morti i suoi discepoli si ricordarono". La loro fede cresce un po' alla volta con il seguire Gesù.

- Quale è il senso dei miracoli? Oggi si fa fatica a credere perché non ci sono miracoli?
Forse il miracolo nel Vangelo è qualcosa di particolare che è avvenuto, ma il suo racconto vuole comunicare attraverso il segno qualosa che va oltre, la presenza del divino in mezzo agli uomini.
L'uomo ha bisogno di "segni", ma i segni sono sterili se non rimandano a qualcosa d'altro. Il segno prodigioso non crea di per sè la fede. Nel caso dell'acqua trasformata in vino c'è una grande ricchezza di significati: l'acqua può forse far riferimento alla nostra umanità e il vino all'uomo rinnovato dalla resurrezione.
A volte i segni sono poco significativi o sovrabbondanti per cui si rischia di rimanere attaccati ad essi anziché cercane il significato a cui rimandano: è un rischio che si corre nelle celebrazioni liturgiche che a volte rischiano di trasformarsi in semplici riti che non ci trasformano nel profondo.
L'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio ci ha fatto riflettere sul commercio che spesso avviene anche all'interno della Chiesa nella gestione dei beni materiali.