Incontro del 21 gennaio 2014

Abbiamo letto il settimo capitolo del Vangelo di Giovanni (Giovanni 7, 1-53)

- Riflettendo mi sono calato nella situazione che viene presentata: durante la festa vengono fuori dubbi e valutazioni diverse, insomma" si faceva un gran parlare di lui"; i dubbi della gente: "è buono" oppure "no, inganna la gente". Di fronte a uno così faremmo anche noi fatica ad accettarlo. Viene fuori uno spaccato della popolazione: alcuni insistono sui fatti straordinari che hanno visto, altri sulle Scritture.

- Perché prima non vuole andare alla festa, ma poi ci va? I "fratelli" vogliono esporlo pubblicamente, forse per avere qualche vantaggio dal suo successo in pubblico? E’ come una tentazione del diavolo?
- Alcuni passaggi del brano mi hanno richiamato la frase "sono venuto per dividere…" presente in un altro vangelo. In particolare la gente si chiede: come mai lui conosce senza aver studiato? Poi lo vediamo urlare ad alta voce nel tempio: "Chi ha sete venga a me e beva…" (37-38). Infine la reazione dei farisei contro Nicodemo, che aveva un atteggiamento di ascolto della novità di questa persona: "Va a studiare…"
Si coglie la grande figura di Gesù che da nascosto lo vedi trionfante, mentre gli altri si arrabattano con lo studio e si contraddicono da soli (23).
    Gesù appare come uno che rompe gli schemi: Io sono il nuovo e vengo da Lui (il Padre) per
fare una cosa nuova, i vostri discorsi sono vecchi.
- "Il mio tempo non è ancora venuto, mentre il vostro è sempre pronto" (6). Questa frase mi ha fatto riflettere sul senso del tempo, per me: il tempo di Gesù è quello dell’obbedienza al Padre che ha i suoi momenti nel progetto di salvezza. Noi invece viviamo spesso nell’immediatezza, vorremmo tutto subito, non siamo capaci di attendere con fiducia i tempi del Signore. E’ un richiamo alle tentazioni di Gesù nel deserto. Anche se, nella preghiera, chiediamo spesso che il Signore ci risponda presto (salmi), secondo la sua volontà.
- Il rumore: gente che esprime i suoi pareri in maniera immediata e superficiale; oggi, se la chiesa parla, si leva un gran chiacchiericcio … : è  una dimensione attuale nella chiesa… Dentro di me si rincorrono le voci, i dubbi e i distinguo, tra il credere e non credere. "Il mondo odia me e non voi …"  (7): netta la separazione tra la sua figura e gli altri.

- P.Giorgio: I "fratelli" è un termine generico che indica i parenti.
La gente che gli "faceva le pulci" dicendo che non aveva studiato, non si ricordava di Gesù dodicenne al tempio che interrogava "gli esperti".  Essi si facevano forti delle scritture ma mostravano la loro ignoranza. Perché non dice che era nato a Betlemme? In realtà Lui dà fastidio a loro perché sconvolge la loro sicurezza.
Il cap.7 è continuazione del 6. La "festa delle capanne" è la festa del ringraziamento per la liberazione dall’Egitto: dal "pane vivo" (cap.6) si passa all’ "acqua viva", ricordo del deserto e dell’acqua di Meriba, nonché della guarigione alla piscina di Siloe. Da notare che l’annuncio dell’acqua viva viene fatto ad alta voce nel momento più solenne della festa.
La Comunità tra noi credenti: a volte abbiamo il dubbio che non esista e non possa esistere. Spesso non riscontriamo tra noi gesti e segni di comunione anche umana. Forse è impossibile "fare comunità" come quella raccontata negli Atti? La Comunità è il risultato della conversione personale, è questa che manca!
In realtà la fraternità tra noi è un fatto: ci è stata donata nel Battesimo. Spetta a noi tradurla in gesti di comunione concreti cercando di realizzarla anche nella sua dimensione umana con l’attenzione per gli altri, la condivisione delle esperienze, la preghiera comune, l’ascolto della Parola, l’Eucaristia. La conversione di ciascuno procede anche grazie a questo impegno concreto.