SIAMO UN POPOLO DI SACERDOTI (III)
(Benedizione delle case o delle famiglie?)

Cari parrocchiani, nel Benedizionale (Manuale per le benedizioni), al titolo 3° delle Premesse Generali, la CEI (Conferenza Episcopale ltaliana), parlando degli uffici e ministeri nella Chiesa, tra l'altro afferma: “Nel contesto dei vari ministeri della Chiesa si innestano i ministeri e servizi laicali. I Laici infatti, uomini e donne, in forza del sacerdozio comune di cui sono stati insigniti nel battesimo e nella confermazione... possono celebrare alcune benedizioni con il rito ed il formulario per essi previsto. Il Battesimo infatti rende ogni cristiano corresponsabile di tutta la missione della Chiesa. ll posto che spetta ai laici nel celebrare i riti delle benedizioni è inalienabile.

Questa partecipazione ministeriale non può considerarsi un 'cortese dono', una 'concessione benevola', tanto meno è voluta da particolari contingenze o da momenti di emergenza. Essa invece è inseparabilmente collegata alla vocazione e missione della Chiesa. All'interno di questa ministerialità laicale godono di una particolare preferenza i ministeri istituiti del Lettore e dell'Accolito, ai quali spetta impartire di diritto alcune benedizioni" (n° 18 d).

Significativa appare l'indicazione data nelle Premesse generali circa la possibilità di dare priorità ai laici (genitori) di presiedere la benedizione dei figli e la benedizione dei fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio. La preghiera di benedizione - un inno di ringraziamento e di lode per la presenza allietante dei figli nella comunità familiare - si conclude con il segno di croce che i genitori tracceranno sulla fronte dei figli. Lo svolgimento rituale affida ancora ai laici diverse benedizioni (nella seconda Parte), riguardante le benedizioni per le dimore e le attività dell'uomo.

La partecipazione dei laici al ministero di benedizione è radicato nella loro indole secolare che li impegna, con modalità proprie ed insostituibili, nell'animazione cristiana dell'ordine temporale. In tal senso, le benedizioni inerenti al mondo del lavoro e agli strumenti in esso adibiti appaiono come un momento tipicamente laicale. L'impegno eminentemente secolare e temporale di 'trasformare il mondo' raggiunge nel gesto del benedire un valore alto e pregnante, trasformandosi in atto di lode a Dio e dono ai fratelli.

Faenza, 2 febbraio 2013

Il Parroco
    P. Giorgio Busni