Appunti di riflessione sulla lettura della Parola di Dio
(martedi 9 dicembre 2014)

Prima lettera di Giovanni (1 Giov. 5, 1-21)

- v.14 Ringraziare anticipatamente è dimostrare la fiducia di partenza nella Sua opera.
- Cosa è il peccato che non conduce alla morte per il quale si può pregare per il fratello; perché non pregare anche per il peccato che conduce alla morte ?
- Il mondo ci appare spesso pieno di male, negatività e violenza. Ma il mondo può essere vinto da chi è “nato da Dio”: è una possibilità di vittoria che ci è data mediante la nostra fede. Anche se la nostra fede è debole dobbiamo sempre richiamarci a questa speranza perché Qualcuno ci ha garantito la vittoria sul male.
- Una volta la chiesa era più esplicita nella definizione dei peccati: si sentiva l’esigenza di guidare al bene. Oggi domina il “buonismo” e vien meno la “censura”. Ho colto il contrasto in TV: dopo che il papa aveva parlato e acceso l’albero di natale, la TV ha trasmesso la pubblicità con tanto di immagini spinte…
- Il versetto 19 fa una affermazione pesante e drastica come quella del v.15. Il conflitto è sempre molto presente e la vittoria è escatologica. Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno?
- La preghiera: occorre chiedere secondo la sua volontà e la nostra preghiera viene accolta. Abituarsi a non pretendere nulla. La frase “ Fare di Dio un bugiardo” è presente anche all’inizio della lettera. Mi viene in mente la figura del Messia che avevano in mente i contemporanei di Gesù.
- A me sembra che siamo noi a non vedere la strada. Egli ci propone tante volte la strada, ma non riusciamo a vedere le strade che ci mostra. Siamo offuscati da tante cose che ci distraggono.
- Il v.19 mi mette a disagio perché lo sento eccessivo. La fede ci dà la vittoria, ma che il mondo sia totalmente in potere del diavolo…non so…
- E’ il mondo con l’esclusione di “chi è da Dio”. Attorno a noi si parla prevalentemente del male, ma poco del bene che c’è già ora tra noi. Mi viene in mente la mancanza di pace nel mondo e quella tremenda frase:”finchè c’è guerra, c’è speranza…”.
- Questo capitolo mi fa perdere la testa. Non è che “noi siamo i buoni”. Anzitutto cosa è essere figli di Dio? Sei già consumato dalla legge dell’amore. C’è uno zoccolo duro: i figli di Dio sono quelli che si amano. Ho la sensazione che ci sia una oscillazione tra essere e non essere figli di Dio. D’altra parte nel vangelo è Satana che afferma: a me è stato dato ogni potere sul mondo.
- La lettura mi ha dato un impulso positivo, c’è un filo conduttore positivo: - l’amore di Dio e i comandamenti “non gravosi” – la fiducia in Lui (14) – il discernimento: sappiamo che ci ha dato l’intelligenza (20). Il mondo va pensato come il limite della condizione umana (morte, malattie…) e ci viene dato il superamento di questo limite.
- Quale significato hanno i termini: spirito, acqua e sangue ?
P.Giorgio. Giovanni non è facile. Ritorna sempre sull’anticristo e gira sempre attorno alla figura di Gesù. Se togliamo l’evento Cristo il mondo è dannato. Solo per amore nostro ha fatto ogni cosa.
L’acqua e il sangue sono quelle uscite dal costato di Gesù sulla croce e lo spirito è l’amore. Sono le credenziali . E’ l’immagine del battesimo. S.Paolo ci ricorda che il male senza Dio è più forte del bene. Il mondo è tutto, anche la natura, ma soffre “ le doglie del parto” finchà l’uomo non si converte. Egli ha già vinto il mondo e ci ha dato la chiave per realizzare il bene. Occorre anche passare dalla santità personale a quella della comunità.
Se uno ha già fatto una scelta irreversibile contro Cristo è inutile pregare per lui. Il peccato “mortale” è solo uno: mettersi al posto di Dio, con tutte le conseguenze e i comportamenti.

Appunti di riflessione sulla lettura della Parola di Dio
(martedì 25 novembre 2014)

Prima lettera di Giovanni (1 Giov. 4, 1-21)

- Mi colpisce la consapevolezza di Giovanni nella comprensione dell’amore: traspare una persona felice e c’è una sorta di esaltazione nelle sue parole. Il "timore di Dio" è l’apice, però come si concilia con l’amore.
- Il v.18 mi ha ricordato anni fa. La suggestione che "nell’amore non c’è timore" mi colpisce ancora. L’amore liberatorio e libero. Questo va sottolineato oggi: l’amore perfetto scaccia il timore. E’ un messaggio con una forza dirompente. Dio rimane in noi(12) L’aggettivo "perfetto" è definito in due in due momenti diversi ed è una indicazione anche pragmatica. Questa perfezione scaccia il timore.
- I versetti dal n. 7 in poi ci fanno contemplare il mistero dell’amore di Dio. Dovremmo rimanere in silenzio. Colgo l’invito ad amarci perché siamo stati amati da Dio (vedi anche Paolo). E’ Lui che ci insegna ad amare, quindi a non avere timore: siamo avvolti dall’amore di Dio (16), quindi amiamo. La fonte dell’amore spazza via ogni banalità che spesso viene associata al termine "amore".
- E’ un invito alla concretezza: come fai ad amare Dio se non ami il prossimo?Mi viene alla mente il canto: dove c’è amore lì c’è Dio. Questa concretezza  è un invito ai praticanti a non dimenticare di amare gli altri. La garanzia non è andare in chiesa e basta… Occorre ammirare i non credenti che praticano la carità a volte più di noi.
- "Come è Lui così siamo anche noi in questo mondo". Però il suo amore è incondizionato, il nostro no. Faccio fatica perché ci sono sempre i miei sentimenti, i miei rancori…
- Nell’amore non c’è timore. Vedo una contrapposizione col Dio del Vecchio Testamento e anche con una dottrina di quando eravamo giovani. Molti intendono ancora così: non devo fare questo o quello, altrimenti…
- V.6 E’ un richiamo alla figura di Cristo. Sento questa tensione tra spirito di verità e di errore. E devo rimasticare ancora…
- La punizione è nel senso della Vita e della non-Vita.
- Il problema era presente anche nelle comunità di allora. La contrapposizione esisterà sempre, anche oggi esistono le eresie.
P.Giorgio. Timore di Dio è una virtù o una cosa da non avere? Timore non significa paura, ma reverenza. Gli angeli tremano di fronte a Lui. Davanti a Lui vi è gioia, uno spettacolo che ti fa piangere.
Noi crediamo di avere il monopolio di Dio, ma è falso: lo Spirito soffia dove vuole. Se poi uno conoscesse Dio, sarebbe ancora migliore.
Allora c’erano le eresie e diverse correnti dentro alla chiesa: ad es. quella degli spirituali che negavano la necessità di Gesù per la salvezza (mi arrangio io direttamente con Dio). Come distinguere i falsi maestri? Rimanendo nella Chiesa. E’ spontaneo ascoltare ciò che dice il mondo, ma bisogna discernere.

Appunti di riflessione sulla lettura della Parola di Dio
(martedi 18 novembre 2014)

Prima lettera di Giovanni (1 Giov. 3, 1-24)

- Mi chiedo cosa significhi osservare i suoi comandamenti...(24)
- Mi colpisce la legge dell'amore che viene continuamente sottolineata. Non capisco fino in fondo il v. 22: la preghiera credo che ci aiuti, ma mi domando cosa significhi che riceviamo quello che chiediamo. Di fatto molti pregano e non ottengono. Ad esempio pregare per la pace ecc. ma la pace non viene. Questo lo mando giù male.

Appunti di riflessione sulla lettura della Prima lettera di Giovanni
(martedi 28 ottobre 2014, secondo incontro)

Capitolo Secondo (1 Giov. 2, 1-29)

P. Giorgio: Cosa è la concupiscenza? E' il desiderio smodato di qualcosa di terreno, alimentato dalla malizia. Concupiscenza degli occhi (Genesi 3, 5-7) : la pretesa di avere la visione piena della verità. Concupiscenza della carne: desiderio di soddisfare sempre e comunque le esigenze del corpo. Concupiscenza come superbia della vita: voler affermare se stessi a tutti i costi e perseguire il successo terreno ed il potere.

Incontro preliminare

Nell'incontro preliminare (19 settembre), dopo avere pregato insieme a p. Giorgio e riflettuto sulle modalità con cui svolgere i nostri incontri, si è deciso di valorizzare i seguenti momenti:
- ascolto, riflessione e comunicazione su ciò che la Parola letta suggerisce a ciascuno nella situazione in cui ciascuno si trova con la sua vita spirituale e pratica;
- attualizzazione  legata alla realtà di oggi includendo la realtà ecclesiale e sociale con le loro problematiche eventualmente introducendo di quando in quando alcuni brani tratti dalla "Evangelii Gaudium" di papa Francesco.

P. Giorgio ci ha annunciato il tema per quest'anno: "Ripartire da Cristo". Si è scelto perciò, anche su suo consiglio, di continuare la lettura di libri del Nuovo testamento per mantenerci ancorati alla figura centrale di Cristo e ripartire da Lui per la revisione della nostra vita individuale e comunitaria. Inizieremo perciò dalle Lettere di Giovanni, per passare poi ad una lettera di Paolo da decidere insieme (probabilmente Lettera ai Filippesi).

Gli incontri si svolgeranno con cadenza quindicinale il secondo e il quarto martedì di ogni mese alle ore 20:45 (salvo variazioni che verranno comunicate).

Appunti di riflessione sulla lettura della Prima lettera di Giovanni

Nell'incontro del 14 ottobre, abbiamo iniziato la lettura della Prima lettera di Giovanni (1 Giov. 1, 1-10) utilizzando, come di consueto, il metodo della Lectio Divina semplificato, già adottato negli anni precedenti.

P. Giorgio ha inquadrato la lettura. Le lettere di Giovanni appartengono al gruppo delle "Lettere cattoliche" cioè lettere scritte a tutte le chiese. Lo sfondo problematico in cui si colloca è quello della eresia della Gnosi che si andava diffondendo. Al centro c’è l’affermazione che "Dio è amore" una definizione strepitosa per allora. Poi l’affermazione di Gesù vero Uomo e vero Dio e l’affermazione che la concretizzazione dell’amore di Dio è Cristo.