A TE, CROCIFISSO

Inno al SS. Crocifisso

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      Volgiamo lo sguardo a te, Crocifisso,
      quanto hai sofferto per noi!
      Esultiamo in te, o Gesù, nostro Salvatore,
      ricco di misericordia!

Premessa

La nostra Comunità è consacrata al SS. Crocifisso e la nostra chiesa parrocchiale ne custodisce un’antica scultura di legno realizzata tra il XV e il XVI secolo.

Padre Giorgio, appena giunto fra noi, ha posto al centro della vita parrocchiale Gesù Eucaristia e Gesù Crocifisso.

Per questo nel 2014 abbiamo deciso di comporre un inno dedicato al Crocifisso.

Cenni storici

La devozione all'immagine del SS. Crocifisso risale a Frate Battista Castellini, nato a Faenza intorno al 1496 e morto nel 1562. Soldato di ventura, si era distinto per il coraggio, ma anche per la ferocia, la crudeltà e l'indole vendicativa.

Convertito a Firenze da p. Bernardino Ochino, dopo aspre penitenze entrò nell'ordine dei F. M. Cappuccini.

Si trovava a Faenza quando, per una piccola mancanza, fu rimproverato severamente dal Superiore. Nello sforzo di reprimere la rabbia, e superare la sua natura violenta, gli si sarebbe spaccata una vena nel petto. Fra' Battista andò davanti al Crocifisso e, mostrando il sangue che usciva dalla bocca, disse: “Vedi, Gesù, quanto soffro per te”. Il Crocifisso, staccata la mano destra dalla croce e indicando la ferita del costato, rispose: “Vedi, Battista, quanto anch'io ho sofferto per te”.

La voce e le parole del Crocifisso lasciarono in Battista una profonda consolazione, ed il desiderio di offrire la propria sofferenza per amore di Dio.

Il canto

Il canto è stato composto nella forma di inno: è una lode, un ringraziamento a Dio in forma lirica.

Il testo del ritornello è ispirato all'episodio devozionale (“quanto hai sofferto per noi”) e il nucleo del messaggio è questo: la contemplazione di Cristo crocifisso (“volgiamo lo sguardo a te”) ci rivela l'amore di Dio per noi; Gesù è l'immagine della misericordia di Dio e il suo sacrificio è per la nostra salvezza.

Il testo delle strofe è ispirato dalle sette parole di Gesù sulla Croce (le parole riportate nei quattro Vangeli), e integrato dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (287,288) di Papa Francesco, da cui è interamente tratta l’ottava strofa.

Il testo

A TE, CROCIFISSO

Rit. Volgiamo lo sguardo a te, Crocifisso,
      quanto hai sofferto per noi!
      Esultiamo in te, o Gesù, nostro Salvatore,
      ricco di misericordia!

1. Perdona, Padre, i nostri peccati
    che hanno inchiodato il tuo Figlio alla Croce.
    Quanto grande è il tuo amore, mite Agnello immolato!

2. Gesù, Signore, ti supplichiamo:
    quando tornerai nella gloria del tuo Regno
    fa' che siamo tuoi amici, dona a noi il Paradiso.

3. Maria, Madre, stai presso la Croce;
    come figli tuoi con dolcezza ci accogli
    e ci guidi nella Fede, nella via della luce.

4. Dio mio, Dio mio, è il nostro lamento,
    ma tu sei vicino, non nascondi il tuo volto
    ed il grido di aiuto tu, Signore, esaudisci.

5. Il grido “Ho sete!”,  Signore, ascoltiamo;
    tu sei la sorgente dell’amore infinito,
    ti chiediamo l'acqua viva per donarla ai fratelli.

6. Il tuo disegno, la tua volontà,
    le Scritture, Padre, il tuo Figlio ha realizzato.
    Ora “tutto è compiuto”, è compiuta la salvezza!

7. Nelle tue mani ci affidiamo,
    tu sei nostra roccia, guidi sempre i nostri passi!
    Veramente tu sei Dio, vieni presto a liberarci!

8. Del nuovo annuncio tu sei la stella;
    dona a noi, Maria, un ardore di risorti
    per portare nelle vie il Vangelo della vita.

Autore della musica: Gianfranco Placci

Riflessioni sulle strofe (le sette parole)

1.    “Padre, perdona loro, poiché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34)
Gesù perdona quanti lo hanno crocifisso e lo deridono e oltraggiano. Quel perdono non è diretto soltanto ai responsabili della sua morte, ma a tutta l’umanità, poiché, come egli stesso aveva affermato nell’ultima cena, il suo sangue è “versato per la moltitudine” (Mt 26,28).

2.    “In verità, ti dico, oggi tu sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43)
Gesù annuncia che in Paradiso con lui ci sarà quel malfattore appeso accanto a lui, che sulla soglia estrema della morte ne ha riconosciuto l’innocenza, la regalità e lo ha supplicato.

3.    “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre” (Gv 19,26)    
Questa parola è rivolta a sua madre e al discepolo che egli amava: Gesù estende la maternità della Vergine a tutti gli uomini, affidandoli alla sua custodia e alla sua tenerezza: Maria appare la nuova Eva, ed essa diviene Madre della Chiesa.

4.    “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46)     
Questa parola ci attesta che Gesù trascorre le ore drammatiche della croce in preghiera, recitando il Salmo 22. Il salmo esprime angoscia e sfinimento, sperimentati come silenzio del Padre, ma anche confidenza incrollabile nella sua presenza e nella certezza che Lui esaudisce il povero che grida.

5.    “Ho sete!” (Gv 19,28)      
I crocifissi sperimentavano una tremenda sete, ma quella espressa da Cristo era anche di altra natura: Gesù ha sete di noi, della nostra salvezza, della nostra fede, del nostro amore.    
Ma come possiamo ricambiare l’amore se, a causa del peccato, siamo incapaci di amare? Gesù stesso, morendo riarso dalla sete, diventa la sorgente inesauribile dell’acqua viva. Da questa sorgente possiamo attingere l’amore e la sovrabbondanza della Vita e donarla a nostra volta ai fratelli che gridano “ho sete”.

6.    “Tutto è compiuto” (Gv 19,30)       
Questa parola segue immediatamente la precedente nel quarto Vangelo. Morendo, Gesù suggella il compito assegnatogli dal Padre, e così si avvera la Scrittura, dove quella morte in croce era iscritta e preannunciata.

7.    “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46)    
È l’ultima “parola”, gridata “a gran voce”, perché tutti la udissero; anche queste parole richiamano un salmo (il salmo 32) e professano il totale affidamento di Gesù al Padre, la sua incrollabile confidenza in lui. Nel Padre, Gesù trova la sua pace, riponendo in lui senza riserve e nel totale abbandono tutto il senso della sua vita. E il Padre accoglie quell’affidamento, e vi risponderà risuscitandolo il terzo giorno e facendolo sedere alla sua destra nella gloria.

8.    La stella della nuova evangelizzazione (Evangelii Gaudium 287,288)
Noi oggi fissiamo lo sguardo su Maria, perché ci aiuti ad annunciare a tutti il messaggio di salvezza, e perché i nuovi discepoli diventino operosi evangelizzatori. Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto...    
    Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce    
    con una fede incrollabile,    
    e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,    
    hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito    
    perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.    
    Ottienici ora un nuovo ardore di risorti    
    per portare a tutti il Vangelo della vita    
    che vince la morte.